Tutto sugli SPM o proresolvine
Gli acidi grassi omega-3 (EPA, DHA) possono essere convertiti in SPMs (Specialized pro-resolving mediators): le resolvine della serie E sono prodotte dagli EPA, le resolvine della serie D, le protectine/neuroprotettine e le maresine dal DHA. Questi SPMs hanno un effetto pro-risolutivo e sono importanti per il controllo e la risoluzione dell'infiammazione e del dolore cronico.
L’infiammazione acuta in risposta a un’infezione o al danneggiamento di un tessuto si contraddistingue per i sintomi di calore, rossore, gonfiore e dolore. A livello cellulare si verifica l’insorgenza di un edema mentre i neutrofili, i monociti e i macrofagi vengono richiamati verso l’area in cui è avvenuta la lesione.
Nella fase iniziale dell'infiammazione un ruolo importante di segnale viene svolto dalle prostaglandine pro-infiammatorie (come PGE2 e PGD2) e dai leucotrieni prodotti dall'acido arachidonico (AA). Durante la fase di amplificazione vengono prodotti anche i primi segnali di risoluzione sotto forma di lipossine sintetizzate a partire dallo stesso AA.
Se l’azione antinfiammatoria risulta efficace, l’infiammazione risulterà risolta, il danno riparato e le cellule immunitarie rimosse insieme agli scarti cellulari, senza lasciare tracce residue (microrganismi morti o cellule immunitarie, detriti cellulari e prodotti di scarto). I residui rimanenti potrebbero infatti far insorgere un nuovo focolaio infiammatorio.
Il processo si verifica grazie alla produzione e all’azione degli SPMs: resolvine, protectine e maresine sintetizzati dagli acidi grassi omega-3 EPA e DHA.
Gli SPMs hanno un effetto antinfiammatorio (risoluzione), analgesico, immunoregolatore e difensivo (protezione). Sono essenziali per permettere all’insieme del processo infiammatorio di avere un decorso controllato, di pervenire alla risoluzione e quindi di ritornare ad una fase di omeostasi del sistema.
Il trattamento di un processo infiammatorio mediante inibitori COX e/o corticosteroidi provoca un'inibizione di questa infiammazione attraverso il blocco degli enzimi COX e quindi della produzione di PG. Il blocco di queste fasi fa sì che non possa essere indotta la fase di risoluzione e non possa essere espresso l'enzima 15-LOX. In altre parole, non si verificano né risoluzione dell’infiammazione né smaltimento dei residui né ritorno a una fase di omeostasi. Nel paziente si instaura allora uno stato infiammatorio cronico (di basso grado).
Resolvine, protectine e maresine inibiscono l'infiammazione senza interferire negativamente con la risposta immunitaria. Si tratta di sostanze promettenti per il trattamento integrato di patologie autoimmuni, allergia, asma, artrite reumatoide, cancro, patologie cardiovascolari e di tutti i quadri patologici che comportano uno stato infiammatorio la cui risoluzione non presenta l’evoluzione fisiologica che ci si attenderebbe.
L’infiammazione acuta in risposta a un’infezione o al danneggiamento di un tessuto si contraddistingue per i sintomi di calore, rossore, gonfiore e dolore. A livello cellulare si verifica l’insorgenza di un edema mentre i neutrofili, i monociti e i macrofagi vengono richiamati verso l’area in cui è avvenuta la lesione.
Nella fase iniziale dell'infiammazione un ruolo importante di segnale viene svolto dalle prostaglandine pro-infiammatorie (come PGE2 e PGD2) e dai leucotrieni prodotti dall'acido arachidonico (AA). Durante la fase di amplificazione vengono prodotti anche i primi segnali di risoluzione sotto forma di lipossine sintetizzate a partire dallo stesso AA.
Se l’azione antinfiammatoria risulta efficace, l’infiammazione risulterà risolta, il danno riparato e le cellule immunitarie rimosse insieme agli scarti cellulari, senza lasciare tracce residue (microrganismi morti o cellule immunitarie, detriti cellulari e prodotti di scarto). I residui rimanenti potrebbero infatti far insorgere un nuovo focolaio infiammatorio.
Il processo si verifica grazie alla produzione e all’azione degli SPMs: resolvine, protectine e maresine sintetizzati dagli acidi grassi omega-3 EPA e DHA.
Gli SPMs hanno un effetto antinfiammatorio (risoluzione), analgesico, immunoregolatore e difensivo (protezione). Sono essenziali per permettere all’insieme del processo infiammatorio di avere un decorso controllato, di pervenire alla risoluzione e quindi di ritornare ad una fase di omeostasi del sistema.
Il trattamento di un processo infiammatorio mediante inibitori COX e/o corticosteroidi provoca un'inibizione di questa infiammazione attraverso il blocco degli enzimi COX e quindi della produzione di PG. Il blocco di queste fasi fa sì che non possa essere indotta la fase di risoluzione e non possa essere espresso l'enzima 15-LOX. In altre parole, non si verificano né risoluzione dell’infiammazione né smaltimento dei residui né ritorno a una fase di omeostasi. Nel paziente si instaura allora uno stato infiammatorio cronico (di basso grado).
Resolvine, protectine e maresine inibiscono l'infiammazione senza interferire negativamente con la risposta immunitaria. Si tratta di sostanze promettenti per il trattamento integrato di patologie autoimmuni, allergia, asma, artrite reumatoide, cancro, patologie cardiovascolari e di tutti i quadri patologici che comportano uno stato infiammatorio la cui risoluzione non presenta l’evoluzione fisiologica che ci si attenderebbe.